Teramo - In Abruzzo ci sono «più di un miliardo di crediti incagliati, con circa 10mila famiglie coinvolte e 1.500 imprese. La consistenza dei crediti bloccati, vicina al 30% del totale, sta mettendo in crisi migliaia di imprese. Ed è per questo che il Governo deve trovare rapidamente una soluzione per disinnescare un’autentica bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza».
E’ il grido d’allarme lanciato dalle imprese di costruzioni della provincia teramana sul Superbonus 110%, misura oggi discussa ma che ha contribuito alla crescita del Pil del sistema Italia lo scorso anno. In una lettera inviata ai parlamentari abruzzesi, chiamati a un confronto diretto lunedì prossimo, 11 settembre, nella sala consiliare della Provincia con inizio alle 10, i tre presidenti delle principali sigle associative provinciali del settore (Alfredo Martinelli di CNA Costruzioni; Ezio Iervelli di ANCE; Enzo Marcozzi di ANIEM) lanciano un invito al confronto ravvicinato anche in ragione del fortissimo impatto sociale che sul territorio rischia di generare la vicenda: «In Italia - ricordano - ci sono oltre 33mila imprese che si trovano con un cassetto fiscale pieno di crediti, ma senza liquidità, e questo genera conseguenze gravissime: il 48,6% parla di rischio fallimento, mentre il 68,4% prospetta il blocco dei cantieri attivati. Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, il 30,6% rinvia tasse e imposte e una su cinque non riesce a pagare i collaboratori».
Numeri di enorme e drammatica consistenza, come si vede, che sull’Abruzzo hanno identico impatto:«In base ai dati Enea, sono stati avviati interventi di Superbonus 110% su 11.543 edifici per un totale di 2 miliardi e 721 milioni di investimenti ammessi a detrazione».
Dunque, il mondo delle costruzioni teramano si rivolge ai parlamentari sia di maggioranza che di opposizione eletti a Montecitorio e a Palazzo Madama (tra loro figura anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, eletta nel Collegio abruzzese) per sollecitare la ricerca di una soluzione che disinneschi il rischio di un cortocircuito dagli esiti imprevedibili.