Teramo - La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) di Teramo respinge "con fermezza" la proposta di riorganizzazione delle Unità complesse di cure primarie (Uccp) avanzata dalla Asl provinciale.
Secondo il sindacato, il piano penalizza i professionisti coinvolti, si basa su un'interpretazione "scorretta" delle normative e viene presentato "in assenza di strumenti contrattuali adeguati", come le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) mai attuate e un Accordo integrativo regionale ritenuto obsoleto.
"Con il pretesto di applicare le indicazioni del decreto ministeriale 77 del 2022 e del Pnrr - denuncia il segretario Fimmg Teramo, Marco Rascente - la Asl impone il passaggio dei medici al ruolo unico, violando l'Accordo collettivo nazionale, e introduce una retribuzione oraria non prevista dalle norme vigenti".
A preoccupare il sindacato anche il destino di circa 50 tra infermieri e amministrativi operativi da oltre 14 anni nelle Uccp, che secondo la Fimmg rischiano il licenziamento con la motivazione che il nuovo modello prevederebbe solo personale strutturato Asl, "tesi non supportata da alcuna norma".
"E' inaccettabile - aggiunge Rascente - che si presenti questa operazione come inevitabile: è una manovra unilaterale di contenimento dei costi, che umilia il personale sanitario e ignora l'aumento costante dei carichi di lavoro". Per protesta, i medici non parteciperanno agli incontri convocati dalla Asl per il 14 e 28 giugno, definiti "meri passaggi formali".
"La proposta - conclude Rascente - mette a rischio anni di lavoro sul territorio e le relazioni con i cittadini. Chiediamo il ritiro del piano e l'apertura di un confronto reale per una transizione condivisa verso le Case di Comunità".