Teramo - Faccio mia una dichiarazione rilasciata da un campione della pallacanestro italiana, Dino Meneghin. "La gente scopre il senso di appartenenza soltanto quando si giocano i Mondiali di calcio o le Olimpiadi. Invece dobbiamo sentirci italiani sempre!" Mutando il finale in "Invece dobbiamo sentirci teramani sempre". Non solo perché indossi la maglia con il logo del capoluogo cittadino, non solo perché sei un dipendente comunale, non solo perché lavori per la tua comunità, non solo perché dovresti sentirti teramano ogni giorno. Per esempio, se prima di andare a lavoro noti che un tombino dell'orto di casa tua è occluso, subito ti precipiti a sbloccarlo altrimenti l'acqua che devi dare ai pomodori non scorre nello scarico. Se il canale di scolo del tua giardino è otturato, subito corri a schiuderlo. E allora se il tombino della fontana dove bevi quando passi per la raccolta vedi che è otturato da mesi perchè non lo sblocchi tu dipendente teramano? Perché non provvedi a pulire lo scarico? Potresti obiettare:"Ma io sono addetto al sacco(mandi) nero". Ma dovresti sentirti teramano magari pensando che quel tombino chiuso poteva essere quello del tuo orto di casa tua. Se dopo aver tagliato a regola d'arte l'erba nella rotonda di porta Romana e ti senti beato, perché girando il volto dall'altra parte a meno di otto/dieci metri non tagli l'erba dell'ingresso della tua città della quale indossi il logo sulla maglietta? Perché non rimetti a dimora un segnale gettato per terra? Perché se trovi una canna recisa nell'orto di casa tua subito provvedi e per il segnale della tua città invece alzi le spalle e dici a voce bassa:" Tanto c'è Teramo indomita". Ed infine possibile che anche sacco(mandi) non avverta il bisogno di fare un giro nella sua città? Oppure anche lui si sente teramano solo al fresco del condizionatore della stanza sita in quell'ultimo piano che occupa pro tempore? "La pecora ha bisogno di un solo gregge, ma le persone hanno bisogno di due greggi: uno a cui appartenere e in cui vivere con tranquillità e uno a cui dare la colpa per tutti i problemi della società. (James Rozoff)."
Il cronista matusa