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Sotto questo sole meglio andarsene al museo…tanto non c'è nulla di nuovo

Attualità  | 21 June 2022

Teramo - Nulla di nuovo sotto il sole. Le velenose storie di politica che hanno occupato paginate sui quotidiani (è bene ricordare che quelli rimasti di quotidiani, non hanno più la redazione in città) non destano eccessiva curiosità. In quanto dal giorno dell'insediamento l'amministrazione in corso, prossima al capolinea, è stata sempre al centro di polemiche vere, verosimili, oscillanti comunque. Come dimenticare quanto ebbe modo di affermare Ennio Pirocchi di Miano, ex assessore, ideologo, politico di spessore. Egli scrisse: "Alla luce degli ultimi accadimenti, in ordine ai quali il Sindaco ha azzerato la Giunta per procedere poi ad una distribuzione delle deleghe a un numero accresciuto di liste, gruppi e assessori in conseguenza di un allargamento della maggioranza, mi vedo costretto a rilevare che le modalità seguite non corrispondono alle linee che questa Associazione si era data all’atto della sua fondazione. Debbo constatare pertanto che, una fase si è conclusa ed un’altra se ne apre sulla base di linee nuove che scaturiranno, forse, da una sintesi tra il piano politico-programmatico per Gianguido D’Alberto sindaco, redatto e pubblicato nel giugno 2018, e le indicazioni ed i programmi che verranno resi noti dalle diverse formazioni che allora non parteciparono alla competizione nel campo del centrosinistra. Mi preme informare i colleghi che hanno costituito l’Associazione, scelto il suo gruppo dirigente e indicato me come coordinatore, che Insieme Possiamo non ha avuto né svolto alcun ruolo in questa vicenda, esattamente così come, dalla sua fondazione, hanno voluto sindaco, assessori e gruppo consiliare di Insieme Possiamo.Vi ringrazio per la fiducia che mi avete accordato in questi mesi, ma la mia formazione mi impedisce di accettare acriticamente una operazione che, gestita con trasparenza politica, poteva rendere ancora più forte e vincente il cosiddetto Civismo Partecipativo e che passerà invece alla storia come la più grande operazione di trasformismo politico mai compiuta a Teramo. Auguro tanta fortuna alla nuova Giunta e al Sindaco Gianguido D’Alberto, sopratutto per il bene dei teramani. Grazie ancora (Ennio Pirocchi)". 

 


Prima di Ennio Pirocchi - aspettando le prossime elezioni - riavvolgiamo il nastro perché è sempre bene non dimenticare il passato politico di una città di provincia. Quella che segue invece è un'altra storia, tutta documentata, e riguarda i rapporti e non solo elettorali fra sindaco e vice sindaco, ai più pare esista un accordo di facciata e nulla più. Insomma una storia che rassomiglia, per alcuni particolari, a quella consacrata sulla pellicola fra Don Camillo e Peppone, dalle nostre parti potrebbe essere, invece, identificata come Peppone e Peppone. Quasi come i capponi di Renzo. Ricordiano: nel terzo capitolo dei Promessi Sposi c’è una scenetta gustosa: Renzo, dopo che è andato a monte il matrimonio con Lucia, su consiglio di Agnese, si reca da un noto avvocato lecchese, il dottor Azzeccagarbugli, per ottenere qualche dritta legale. Dalla rete: “Quella dei capponi di Renzo è una chiara metafora: spesso quando ci troviamo in difficoltà invece di essere solidali e di fare fronte comune con coloro che si trovano nella nostra stessa situazione, tendiamo a “beccarci” tra di noi, accusandoci a vicenda degli insuccessi, cercando di sfuggire alle nostre responsabilità, cercando di mettere in evidenza i nostri pregi in contrapposizione con i difetti altrui, cercando di “chiamarci fuori” anche se, come succede ai capponi, siamo “dentro” in pieno". Peppone & Peppone si sono scontrati in campagna elettorale. Tanto che la rete ci ricorda quando oggi colui che è vice ebbe modo di scrivere all'altro. “Invece caro Gianguido da te direttamente, e tramite i contatti delle tue seconde linee che hanno provato ad avvicinare me o i miei candidati, sono arrivate esclusivamente proposte per accordi politici, quelli offensivi alla mia persona ma soprattutto verso tutti coloro che con il loro voto hanno deciso di appoggiare e sostenere un vero progetto di cambiamento”. E ancora l'uomo in divisa da vigile del fuoco aggiunse: “Rifiuto pertanto categoricamente anche le tue proposte, comprese quelle che mi vedevano futuro assessore al Comune di Teramo o membro di rilevo in Enti teramani. Caro Gianguido, il percorso che ci ha visto crescere politicamente insieme nei lunghi anni d’opposizione dovrebbe averti insegnato che non sono il tipo di persona disposta a vendersi, che non sono l’uomo che china la testa per assecondare i voleri di chi, da non molto lontano, decide ancora le sorti della mia amata città! Ed è per questo che, con l’assoluta correttezza e moralità che mi hanno sempre contraddistinto, rifiuto la tua proposta di compravendita e rivendico con convinzione l’intento di sedere tra i banchi dell’opposizione”. Poi, rotti gli induci, passata acqua sotto i ponti teramani, i due si sono stretti la mano altro che opposizione ed uno pare abbia detto all'altro “Era ora”, e l'altro avrebbe risposto “Finalmente”. Prossimamente che cosa organizzeranno i due paladini della teramanità? Allora perchè meravigliarsi se Paolo Di Sabatino getta la spugna. «Mai interpellato finora, è giusto che mi faccia da parte». Per cui il consigliere comunale di maggioranza Paolo Di Sabatino rinuncia alla delega agli eventi musicali che aggiunge "Il mio apporto non è richiesto, vengo a sapere le cose dai giornali e stanno lavorando con altri ad esempio per Natura indomita». Poi altri gettano sale sulle ferite aperte affermando che "ma non possiamo che condividere quando afferma che, se ripartire dalla cultura significa lavorare al fianco di chi fu già artefice dello sfacelo della passata amministrazione, allora lui non può essere partecipe». Probabilmente in questo panorama esce ingigantita la figura di Luigi Ponziani auto dimissionato dall'assessorato alla cultura. Egli non ebbe atteggiamenti stizzosi, si chiuse in un mutismo assordante facendosi scappare dopo mesi la frase "Non mi si confaceva l'aria che si respirava in assessorato". Quindi i capponi si sono sempre beccati. Ed ancora si beccheranno in vista della prossima griglia elettorale. Nulla di nuovo sotto il sole. Tutto è stato già fatto prima.

Il cronista matusa

 

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