Castellalto - Sindacati amareggiati e sul piede di guerra: Purem la multinazionale con sede a Castellalto specializzata nella progettazione e produzione di tubi di scarico per le principali case automobilistiche europee, ha comunicato ieri mattina a dipendenti ed organizzazioni sindacali l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. Non ha atteso l'incontro con i sindacati previsto per la giornata di oggi per dar conto della decisione. «Ha preferito comunicare i 48 licenziamenti senza alcun incontro con le parti sociali» attaccano le segreterie provinciali di Fim Cisl e Fiom Cgil di Teramo. «Nessuna spiegazione alle lavoratrici e ai lavoratori. Come se non meritassero il rispetto della loro dignità, ma solo l'essere trattati come codici che entrano ed escono dalla fabbrica, licenziati per decisione di chi magari allo stabilimento di Castellalto non ci ha mai messo piede. Per questi motivi, è stato proclamato lo sciopero per la giornata di oggi con presidio, fuori i cancelli della multinazionale. «Solo qualche giorno fa, come Fim e Fiom spiega Natascia Innamorati, segretaria generale Fiom-Cgil Abruzzo-Molise avevamo lanciato l'allarme, preoccupati proprio dai prodotti portati fuori dallo stabilimento di Castellalto, senza alcuna compensazione in entrata di altri codici che potessero mantenere i livelli produttivi. Una preoccupazione, che poi si è rivelata reale, per la quale avevamo richiesto subito rassicurazioni ai dirigenti interni, i quali, solo qualche giorno fa, avevano risposto che erano nelle condizioni di "dormire tranquilli"! Una decisione sleale, repentina e unilaterale che rimandiamo al mittente. E' inaccettabile! La Multinazionale solo un anno e mezzo fa ha preso l'impegno, con parti sociali e istituzioni, di mantenere i livelli occupazionali e quelli produttivi. Una beffa, una presa in giro. Una azienda che sempre ha raggiunto i cosiddetti "budget", fino all'ultimo mese, e che continua a fare utili importanti». Nella lettera di licenziamento collettivo, l’azienda ricorda di aver lanciato nel maggio 2023 un piano industriale per risollevare la situazione ma senza gli esiti sperati. Da qui la decisione di cessare, entro la fine del 2025, «le attività produttive svolte in Italia e tutte le altre funzioni connesse (amministrative e non), con la conseguente eliminazione, entro tale data, di tutti i posti di lavoro in Italia».